Gli artisti della propaganda di Putin
Al servizio del male
Per chi critica Anna Netrebko, vale la pena di dare un'occhiata a un cantante lirico altrettanto famigerato Ildar Abdrazakov. Per i direttori dei principali teatri d'Opera lirica dell’Europa è il giusto tempo di prendere le mosse, finalmente
Stephan Burianek • 22. Februar 2023
Secondo la grande cantante da сamera austriaca Hilde Zadek, deceduta nel 2019, сhe, molto probabilmente, valuterebbe giustamente la situazione attuale, “un cantante deve avere una conoscenza globale che va ben oltre la materia reale e include, oltre a una comprensione generale dell'Arte e della conoscenza delle persone, anche la politica” (Intervista al Canale Ö1 nel 2011, recentemente ripetuta). Un cantante, attraverso uno studio approfondito dei concetti dell'umanità, deve diventare "un vero uomo "e non" solo un cantante", altrimenti non sarà all'altezza della propria interpretazione.1 Questo è evidente, perché dopotutto, le opere tradizionali si oppongono in via prioritaria all'abuso di potere e si battono per la libertà personale dell'individuo, nonché per una pacifica coesistenza delle nazioni e contro le megalomania bellicose. Sono ideali che vanno condivisi da ogni artista della nostra società.
Con l'invasione della Russia di Putin al territorio dell'Ucraina di un anno fa, un problema è diventato virulento: fino a che punto gli artisti (russi in particolare) dovrebbero pronunciarsi pubblicamente contro questo atto di aggressione imperialista. A prima vista, la risposta è ovvia: niente affatto, perché nessun artista non deve correre il rischio delle persone che criticano il regime oppressore. Allo stesso tempo, diciamolo bello chiaro: se un artista manifesti un atteggiamento sprezzante verso le altre persone, dobbiamo debitamente reagire, piuttosto nel caso ove non si tratti della Russia in generale o del popolo russo, ma di un regime disumano e genocida che da molti anni perseguita e uccide le minoranze - sia minoranze politiche di opposizione che di qualsiasi altro tipo, ad esempio, giornalisti indipendenti – ed dimostra, ora come ora, un’esplicita ostilità verso l'Occidente. Non si tratta né della libertà di espressione né di una direzione politica: ne va della nostra società borghese liberale cui il dovere è di mantenere un ordine internazionale basato sulla destra e di principi democratici fondamentali che, nonostante tutte le difficoltà, speriamo bene, siano ancora sostenuti dalla maggioranza dei cittadini europei.
A questo proposito si parla sempre di Anna Netrebko che abbia apparentemente condannato la guerra ma andava sempre generalizzando e relativizzando l’argomento (vedasi anche il Commento di Martin Kienzl). Perlopiù, la celebre soprano pubblica periodicamente sul suo profilo Instagram dei selfie d'aspetto quasi provocatorio indossando simboli nazionali russi e considerando l'anno scorso come "quello migliore dell'anno precedente"..2 Coincidenze occasionali? E’ poco probabile. Peccato che non possiamo interrogarla sull’argomento perche ogni richiesta d’intervista da parte di opern.news è stata respinta.
Quando Uwe Eric Laufenberg che ha invitato la Netrebko a Wiesbaden all’occasione di prossime Maifestspielepartite (Festival di Maggio) accusa i suoi critici di "isteria morale", sembra di essere uno che non abbia più argomenti che possano reggere. A quanto pare, Laufenberg che all’epoca della pandemia aveva urlato a squarciagola cercando di svalutare opinioni dei virologi autorevoli e competenti circa i seri pericoli della Corona, anche in questo caso cerchi solo di essere notato non pensando che a comparire.
L'attenzione prestata ad Anna Netrebko distrae da altri casi simili. Non sarebbe giusto criticare la russa (viennese per scelta) lasciando passare altri casi del genere. Ad esempio, Ildar Abdrazakov: il basso nel pieno delle forze non è solo un artista esclusivo del Deutschen Grammophon, ma anche un ospite sempre desiderato negli eventi di propaganda di Putin. Nel mese maggio 2022, partecipando al concerto pomposo, sfarzoso e vistoso con tradizionali frittelle russe tenutosi in Piazza Palazzo di San Pietroburgo, il divo ha interpretato (come, tra l'altro, anche il cantante italiano Vittorio Grigolo) diverse arie facendosi vedere bello allegro e sorridente sulle foto di Instagram, anche fuori dal palcoscenico. A quel tempo, i massacri di Bucha e di Irpin erano già sulla bocca di tutti. Solo cinque giorni prima cantava su un palco enorme della Piazza Rossa di Mosca in un evento festivo, accompagnato dalla bacchetta del direttore d'orchestra Valery Gergiev e dal discorso dell’ex-agente del KGB Vladimir Mikhailovich Gundiaev, oggi meglio conosciuto come Patriarca (belligerante) Kirill. Anche il pianista Denis Matsuev ha preso parte all’evento, lasciando vuoti un numero impressionante di posti spettatori.3 A settembre 2022, Abdrazakov si è esibito nell'ambito del Forum Economico Orientale tenutosi a Vladivostok, sempre in collaborazione con Gergiev. All’occasione di questo evento, Putin ha proclamato solennemente che per la Russia, gli atti di guerra siano una “purificazione da elementi dannosi interni".4
Come se questo aspetto non bastasse, tanto per compiere il mazzo, fonti russe sostengono che Abdrazakov fa parte della cerchia ristretta del Ministro della Difesa russo Sergei Shoigù, il che viene dimostrato da un video dove Abdrazakov compare felice e contento insieme al Ministro della difesa ed altri artisti come la cosiddetta "artista del popolo" la soprano Hibla Gerzmava, tutti quanti ballando e cantando in una festa di Capodanno (anche se l’anno del video non è precisato).5
A quanto sopra si aggiunge il fatto che Abdrazakov non abbia cantato alla Scala il 29 dicembre 2022 interpretando «Boris Godunov» nell'omonima opera di Mussorgskij, ma si sia invece esibito a Mosca in un Gala presso il Palazzo di Ginnastica di Irina-Viner-Usmanova all’occasione dell’omonimo evento festivo. Irina Viner-Usmanova fa parte del Consiglio Supremo del Partito "Russia Unita" di Putin. Proprio al momento del concerto, le sirene d’allarme ululavano dappertutto in Ucraina a causa degli attacchi missilistici Russi.
Legame stretto di Abdrazakov con il potere russo è evidente, epperciò non è sorprendente per nulla che l'annuale "Ildar Abdrazakov International Festival" dedicato alla promozione dei giovani talenti viene cofinanziato nell’ambito della promozione della cultura russa. Putin ha inviato cari saluti al Festival. Oramai è una cosa saputa e risaputa che in Russia, sia l'arte che lo sport viene usato come mezzo di propaganda statale. Il giorno della pubblicazione di questo articolo, Abdrazakov terrà un concerto a Sochi, nell'ambito di un festival in cui dirigerà anche Teodor Currentzis e con cui, per così dire, "celebrerà" l'anniversario dell'aggressione russa contro l'Ucraina.
Monaco di Baviera e Milano: tocca a voi
Certo, ora si potrebbe chiedere: ma cosa dovrebbe fare Abdrazakov? Pronunciarsi pubblicamente contro Putin potrebbe mettere in pericolo la sua salute e quella dei suoi vicini. Dunque, Ildar Abdrazakov non ha bisogno dell'Occidente. Ma l'Occidente ha bisogno di artisti come Ildar Abdrazakov? Siamo a conoscenza di colloqui che Abdrazakov ha tenuto con i responsabili della Scala o dell'Opera Lirica di Stato Bavarese dove Abdrazakov dovrebbe ancora esibirsi in questa stagione, nonostante tutto. Può anche darsi che si sia distanziato in modo credibile dalle violazioni dei diritti umani e dei diritti dei popoli durante qualche colloquio confidenziale a quattro occhi. Ma l’unica cosa chiara è che ogni artista che si esibisce in Occidente facendo nello stesso tempo la propaganda in Russia, a un certo punto non fa altro che legittimare il regime russo.
Anche se il confronto con il nazismo è sempre un po’ delicato, alcuni parallelismi evidenti con il sistema "putinista" vanno fatti: la deportazione dei bambini dall’Ucraina, i massacri di cui sopra, l'odio promosso dai media di propaganda monopolistica, che in gran parte passano inosservato dall’Occidente, tutto quanto accompagnato da continue chiamate all'escalation – tutto questo non è altro che la punta di un iceberg che forse diventerà più visibile solo tra qualche anno. E non dimentichiamo che non si tratti di un fenomeno che va a finire in qualunque momento epperciò abbia poco tempo prima di colare a picco. Stiamo parlando degli atti di barbarie che hanno portato a un palese e considerevole aumento della tensione internazionale, e che nella migliore delle ipotesi, ci vorranno anni e anni per riparare il riparabile e salvare il salvabile, che lo si voglia o meno. Oggi come oggi, non è più ammissibile per l'Europa liberale di continuare a invitare altri artisti fiancheggiatori, accoliti e sostenitori del regime, anche se saranno cavoli amari per noi altri ammiratori dell’arte russa. Un anno dopo l'inizio dell'aggressione contro l'Ucraina, chiamata con un estremo cinismo "Operazione speciale", anche i direttori dei teatri d'opera lirica sopra citati dovrebbero finalmente darsene atto, se non vogliono tradire i valori umani avvalendosi di un pretesto della libertà d'arte.
Ovviamente, i direttori di cui sopra dovranno ignorare il dolore mentale che possano infliggere ai propri dipendenti politicamente collegati o sostenitori dell'aggressione russa. Il soprano Olga Bezsmertna ha affrontato questo problema in un'intervista con OPERN∙NEWS [tedesco] del mese scorso. Tuttavia, per paura della repressione, la maggior parte delle persone interessate ha il coraggio di dirlo sottomano confessando quanto sia difficile essere costretti a collaborare con colleghi che fanno propaganda per conto dell'aggressore. In questo caso, non se ne parla più dell'armoniosa comunità artistica multinazionale di cui si vantavano tanti teatri una volta, perché oggi non ne hanno più diritto.
Hilde Zadek che riuscì a fuggire in Palestina salvando la sua vita dai nazisti, ha detto nella sua intervista dedicata alle questioni dell’umanismo: "per quanto riguarda i cantanti lirici, penso che trascurano troppo la questione. Se ci si preoccupassero di più, potrebbero capire meglio la sostanza della Musica." Infatti, ne dobbiamo preoccuparci prima di tutto, se vogliamo ancora essere fedeli alla tradizione di borghesia umanista, di una società aperta, dello Stato di diritto e della democrazia, sia nell'arte che altrove, perché è una questione primordiale molto più urgente del dibattito sulla protezione climatica perché non si può mai affrontare l’argomento, come tutti i discorsi del genere, in una società dittatoria.
Versione originale tedesca di questo articolo
Indice
1 Cantante da camera Hilde Zadek, intervista di ORF-Radio Ö1 del 09.06.2011 ripetuta il 16.02.2023
2 Vedi i posti Instagram www.instagram.com/p/CkVaF6pr9Q4/ e www.instagram.com/p/Cmq0-5no0a7/
3 Fragmenti di concerti ecc.vedi in www.youtube.com/watch?v=wQhcocF_mdk e vk.com/video-121073365_456239618
4 Mary Ilyushina: Putin, in un discorso di sfida, minaccia l’Occidente con le forniture di gas e grano, Washington Post online, il 07.09.2022, www.washingtonpost.com/world/2022/09/07/russia-putin-speech-sanctions-gas/
5 Youtube di Danys Davydov, alle ore 09:00: www.youtube.com/watch?v=zoJvh6f1sx4